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TORRI,CHECCHE E TORTELLINI

75 min

Genere: Documentario

Lingua: Italiano

Regia: Andrea Adriatico

Siamo a Bologna, sede della più antica università del mondo occidentale, e città italiana orgogliosamente “rossa”. Il film prende avvio da Porta Saragozza, una delle porte della cinta muraria della città, edificata nel XIII secolo: non solo un monumento, ma un luogo simbolico per il movimento LGBT italiano e internazionale. Nel 1982 il Comune di Bologna affidò questo monumento storico al movimento LGBT, che ne fece la sua sede per attività culturali, sociali e politiche: il “Cassero”.
Il documentario ripercorre le tappe salienti che portarono all’inedita decisione (per la prima volta in Europa un’amministrazione pubblica concedeva uno spazio, peraltro così prestigioso, a un’associazione di omosessuali) e le attività del Cassero nei suoi primi anni di vita. A testimoniare questa storia sono i principali protagonisti di quegli anni ’80 in cui la sorte del movimento LGBT cambiò, trasformandosi da movimento rivendicativo e rivoluzionario in vera e propria istituzione, centrale nella vita della città. Tra i testimoni, anche rappresentanti politici e giornalisti.
Il film ripercorre gli anni ’70, nei quali il movimento omosessuale in Italia prese sempre maggior consapevolezza, e gli anni ’80 del Cassero, attraverso i volti dei testimoni e le proprie memorie anche personali: un dialogo tra le persone, la città, il movimento. Ricordi di scelte personali, di “coming out”, ma anche ricordi delle grandi manifestazioni libertarie degli anni ’70 a Bologna, della figura dell’ideologo del movimento gay Mario Mieli che a Bologna fronteggiò Dario Fo e una folla sterminata, dei tanti incontri-scontri tra il “castello” e la città.
Filo rosso del film sono alcuni documenti filmati della più originale esperienza del Cassero: il gruppo teatrale che inventò una forma di spettacolo dove l’umorismo kitsch/camp e la follia più delirante e irriverente rappresentavano non solo una forma di divertimento, ma anche la più esplicita affermazione di un “orgoglio gay” che dagli spalti del Cassero rimbalzava in tutta la città di Bologna, e oltre. Alla fine, le parole dell’ultimo presidente del Cassero, che ormai da molti anni si è trasferito in un altro spazio, lasciando Porta Saragozza: il primo presidente a non aver mai messo piede in quella “storica” prima sede.
Perché, ormai, il Cassero di Porta Saragozza è diventato storia.

75 min

Genere: Documentario

Lingua: Italiano

Regia: Andrea Adriatico

Siamo a Bologna, sede della più antica università del mondo occidentale, e città italiana orgogliosamente “rossa”. Il film prende avvio da Porta Saragozza, una delle porte della cinta muraria della città, edificata nel XIII secolo: non solo un monumento, ma un luogo simbolico per il movimento LGBT italiano e internazionale. Nel 1982 il Comune di Bologna affidò questo monumento storico al movimento LGBT, che ne fece la sua sede per attività culturali, sociali e politiche: il “Cassero”.
Il documentario ripercorre le tappe salienti che portarono all’inedita decisione (per la prima volta in Europa un’amministrazione pubblica concedeva uno spazio, peraltro così prestigioso, a un’associazione di omosessuali) e le attività del Cassero nei suoi primi anni di vita. A testimoniare questa storia sono i principali protagonisti di quegli anni ’80 in cui la sorte del movimento LGBT cambiò, trasformandosi da movimento rivendicativo e rivoluzionario in vera e propria istituzione, centrale nella vita della città. Tra i testimoni, anche rappresentanti politici e giornalisti.
Il film ripercorre gli anni ’70, nei quali il movimento omosessuale in Italia prese sempre maggior consapevolezza, e gli anni ’80 del Cassero, attraverso i volti dei testimoni e le proprie memorie anche personali: un dialogo tra le persone, la città, il movimento. Ricordi di scelte personali, di “coming out”, ma anche ricordi delle grandi manifestazioni libertarie degli anni ’70 a Bologna, della figura dell’ideologo del movimento gay Mario Mieli che a Bologna fronteggiò Dario Fo e una folla sterminata, dei tanti incontri-scontri tra il “castello” e la città.
Filo rosso del film sono alcuni documenti filmati della più originale esperienza del Cassero: il gruppo teatrale che inventò una forma di spettacolo dove l’umorismo kitsch/camp e la follia più delirante e irriverente rappresentavano non solo una forma di divertimento, ma anche la più esplicita affermazione di un “orgoglio gay” che dagli spalti del Cassero rimbalzava in tutta la città di Bologna, e oltre. Alla fine, le parole dell’ultimo presidente del Cassero, che ormai da molti anni si è trasferito in un altro spazio, lasciando Porta Saragozza: il primo presidente a non aver mai messo piede in quella “storica” prima sede.
Perché, ormai, il Cassero di Porta Saragozza è diventato storia.
KINODROMO @ EUROPA CINEMA
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